giovedì 2 marzo 2017

La sicurezza prima di tutto

Si apprende dai giornali della polemica messa in atto da Italia Nostra Treviso in merito al muro di recinzione del nuovo villaggio denominato "Borgo San Martino" a Santa Bona.



Italia Nostra, nella persona di Berto Zandigiacomi, contesta la regolarità del muro di recinzione in termini di altezza. Il muro è stato volutamente costruito così alto in modo da rendere più sicure le case del villaggio, tant'è che esiste un unico accesso vigilato da telecamere. La volontà di garantire case sicure, evitando che malintenzionati si possano introdurre nelle proprietà private con facilità, è stata messa in discussione proprio da Italia Nostra che vorrebbe venisse rispettato un poco adeguato regolamento comunale che prevede muri di recinzione alti non più di 70 centimetri.

"Quelli di Italia Nostra danno più importanza a un vecchio regolamento piuttosto che garantire ai privati cittadini la possibilità di sentirsi più sicuri" commenta il comitato Prima i Trevigiani "dal canto nostro riteniamo invece che tali vecchi regolamenti debbano essere adeguati alla realtà odierna, dove non passa giorno senza sentire notizie di furti ai danni dei trevisani. Invitiamo gli esponenti di Italia Nostra a ragionare per il bene della comunità e non per il bene della mera burocrazia."


La sicurezza è un diritto di tutti i trevigiani, e se le istituzioni non riescono a garantirla, purtroppo si deve ricorrere a certi metodi, pagando anche di tasca propria.

Comitato PRIMA I TREVIGIANI

domenica 26 febbraio 2017

Il centro storico deve ripartire dai residenti

In questi anni a Treviso stiamo assistendo ad un evento che non ha precedenti nella storia della città, ovvero la desertificazione del centro storico.
Il centro storico è, tanto per intenderci, la parte della città compresa all'interno delle mura cinquecentesche; il cuore del capoluogo insomma.

Per inquadrare il problema è il caso di elencare alcuni numeri che permettono di capire bene la gravità della situazione. Dagli anni '50 fino agli anni '90 il centro storico era abitato da più di ventimila residenti mentre oggi, nel 2017, si contano solamente seimila abitanti, vale a dire il 70% in meno. Il solo quartiere di Santa Maria del Rovere conta diecimila residenti, tanto per avere un ulteriore dato che aiuti ad avere un termine di paragone. La situazione è evidente passeggiando lungo le vie della città dove si possono vedere decine e decine di edifici chiusi. I metri quadrati inabitati sono decine di migliaia.

Le cause di questa situazione sono più o meno note ma, riducendo il cerchio, due spiccano sulle altre. La prima è la bolla immobiliare che ha colpito il centro storico, con prezzi al metro quadro arrivati fino a 7.000€ che rendevano impossibile l'acquisto degli immobili, vista anche la congiuntura della crisi economica; la seconda causa, non direttamente legata alle residenze, ma comunque strategica per la vita della città, è stata la scellerata scelta di costruire Treviso 2 (area Appiani) e lì spostare tutti gli uffici pubblici principali. Una vera e propria mazzata per gli afflussi al centro.

Noi come Comitato, non ci limitiamo a enfatizzare il problema come fanno alcune forze politiche, noi vogliamo fornire soluzioni. Il centro storico deserto lascia spazio alla microcriminalità e al degrado ed è per questo che abbiamo una proposta concreta volta al ripopolamento del cuore della città così da risolvere anche il problema dell'incuria.

La giunta Manildo ha tentato la via di un bando (peraltro poco pubblicizzato) che prevedeva degli aiuti una tantum per riportare giovani coppie ad abitare in centro. Noi vogliamo fare di più. Non si può limitare il tutto ad un semplice bando ma si deve rendere sistematica l'iniziativa di agevolare chi vuole ripopolare il centro storico e chi ha deciso di rimanerci a vivere.

Ma arriviamo alla soluzione. In città mediamente gli immobili hanno una classe energetica scarsa che si traduce in costi di gestione alte per condomini e inquilini. Se noi avessimo la possibilità di gestire le casse comunali stanzieremo da subito un fondo che aiuti i cittadini a sostenere queste spese. E siccome i numeri parlano in maniera più chiara portiamo un esempio di quello che avremmo fatto noi. La giunta ha speso per il rifacimento di due piazze (Rinaldi e Santa Maria dei Battuti) un milione e trecentomila euro. Con questa cifra avremmo potuto incentivare le spese condominiali di cento famiglie per dieci anni. E avete idea di che moltiplicatore economico sono cento famiglie che tutti i giorni vivono il centro storico? Dati ISTAT alla mano una famiglia spende mediamente al mese 1.900€ (al netto di affitto) di cui più della metà in beni di consumo. Sarebbe una vera e propria boccata di ossigeno per il centro e la sua economia.


Politicamente si può essere schierati da una o dall'altra parte ma i numeri sono sempre obiettivi e inconfutabili. E noi, per le nostre soluzioni, data la natura apolitica del Comitato, ci basiamo su numeri e non su promesse elettorali.  

Comitato PRIMA I TREVIGIANI

giovedì 23 febbraio 2017

Serate informative, rispondiamo ai Cittadini


Il comitato "Prima i Trevigiani", vicino ai Cittadini della provincia Trevigiana, ha deciso di dare il via ad una serie di serate informative su vari argomenti, per aiutare i Trevigiani su delicate questioni, che magari possono risultare spinose o non di immediata comprensione per chi non è tecnico in materia.
In queste serate, presso la sede trevigiana del comitato, inviteremo, per ogni serata, esperti nel settore per poter spiegare ai Cittadini cosa fare se si dovessero trovare in quella situazione, o se già ne sono vittime, magari anche inconsapevolmente.

Inizieremo con quattro serate tra marzo e aprile, una ogni due settimane, andando a trattare temi come quello dei rimborsi proposti ai soci delle banche popolari venete mercoledì 1 marzo, oppure la definizione agevolata delle cartelle esattoriali proposto da Equitalia e come liberarsi dal sovraindebitamento il 14 marzo, continuando martedì 28 marzo con il collasso di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, andando a chiudere con la proposta di legge contro lo stalking bancario pensata da Terra Nostra martedì 11 aprile.

Ovviamente la partecipazione alle serate sarà completamente gratuita, facendo così si offrirà inoltre una consulenza senza alcuna spesa ai Cittadini che durante la serata potranno appunto fare domande specifiche sul proprio caso agli esperti presenti in sala.

Parteciperanno come relatori avvocati, membri di associazioni di consumatori, politici, amministratori, professori e dottori, ognuno con diverse competenze ed in grado di offrire consulenze certificate sul tema che andranno a trattare. Relatori che durante queste settimane potranno subire delle aggiunte, in quanto stiamo ottenendo risposte anche da altri esperti, volenterosi di mettersi a disposizione dei Cittadini trevigiani e del nostro comitato gratuitamente.

A breve verranno annunciate le altre date che si succederanno a queste prime quattro, cercando di capire anche su che argomenti i Cittadini vorrebbero ricevere delucidazioni o consulenze.
Invitiamo dunque chi vorrebbe partecipare a contattarci per dare la propria adesione, tramite la mail primaitrevigiani@gmail.com, chiamando il numero 391-7246763 oppure seguendo la pagina facebook e il sito del comitato.


Comitato PRIMA I TREVIGIANI

venerdì 17 febbraio 2017

Nella Marca sono maggiori i reati di spaccio degli stranieri

Questo elenco di reati legati allo spaccio è frutto di una ricerca sugli ultimi fatti di cronaca trovati sui giornali locali trevigiani e riguarda la provincia di Treviso.

8 aprile 2016: Sorpreso a spacciare hashish ad un trevigiano, pusher in manette: il protagonista è un 29enne di origine marocchine

20 aprile 2016: Grossista della cocaina in Sinistra Piave condannato a 5 anni di carcere; il protagonista è un 33enne albanese

24 giugno 2016: Spacciava marijuana in centro, profugo 22enne arrestato dalla polizia locale; il protagonista è un 22enne togolese

14 luglio 2016: Beccati con sette chili di hashish: Tre marocchini condannati a sei anni di carcere: inutile ricordare la nazionalità marocchina dei tre protagonisti

3 agosto 2016: Distribuisce dosi di droga ai minori, cittadino detective chiama i vigili e fa fermare il pusher: il protagonista è un 27enne ivoriano

26 agosto 2016: Spacciavano hashish ai giovani trevigiani: i pusher sono tre profughi della "Serena": i tre protagoniosti sono dei 20enni del Gambia

7 settembre 2016: Allontanato dal centro di accoglienza, profugo sorpreso a spacciare: il protagonista è di origine camerunense

9 settembre 2016: Controllo del vicinato a Santa Margherita: sequestrati 70 grammi di stupefacenti: si tratta di soggetti extracomunitari presenti in Riviera S. Margherita 5 dei quali trovati in possesso di droghe

8 ottobre 2016: Spacciavano hashish e cocaina da un Kebab in centro a Treviso: nei guai due marocchini: inutile ricordare la nazionalità marocchina dei due protagonisti

21 ottobre 2016: Beccato con un etto e mezzo di cocaina in auto: condannato a 4 anni di reclusione: il protagonista è di origine albanese

4 novembre 2016 (giorno sacro alla Patria): Operazione antidroga dei carabinieri a Quinto: coppia di fratelli nigeriani finisce in manette: inutile ricordare la nazionalità nigeriana dei due
protagonisti

22 dicembre 2016: Spacciatore di cocaina arrestato: si faceva chiamare Gesù: il protagonista è di origine marocchina

19 gennaio 2017: Oltre 4 mila euro in contanti e 3 Kg e mezzo di marijuana: arrestati due spacciatori: i due protagonisti sono di origine albanese

3 febbraio 2017: Blitz contro lo spaccio di hashish e cocaina: arrestato carrozziere: dei sei protagonisti ben 4 sono di origine marocchina

14 febbraio 2017: Profughi della caserma "Serena" sorpresi a spacciare in via Roma: i due protagonisti sono di origine nigeriana.

Le notizie di cui sopra abbracciano un arco temporale di poco meno di un anno e sono costituite da 15 articoli su 25 trattanti il problema.

E' da notare che i soggetti interessati sono di varie nazionalità ossia marocchini (5 ricorrenze), albanesi (3 ricorrenze), nigeriani (2 ricorrenze) ed africani in genere (4 ricorrenze).

Non troviamo riscontri sul fatto che il Marocco, l'Albania, la Nigeria, il Togo, la Costa d'Avorio, il Camerun e il Gambia siano coinvolti in guerre o calamità naturali.

Ne consegue che la definizione di profugo (ossia colui il quale è costretto a lasciare la propria Patria a seguito di calamità naturali, guerre ecc.) non si addice ai soggetti di cui sopra ed ai loro consimili.

In realtà si tratta di semplici migranti clandestini in cerca di "fortuna" dei quali i loro paesi di origine cercano di sbarazzarsi approfittando della regola buonista imperante.

Lo Stato Italiano - ossia noi tutti - assicura loro tale "fortuna" opportunamente stimolato da potentati economici e religiosi; fornisce loro vitto, alloggio, vestiario, assistenza medica, corsi professionali, schede telefoniche, paghetta giornaliera, ecc.

Purtroppo la "paghetta" giornaliera loro assicurata non è esaltante.

Ma non c'è da preoccuparsi.

Siccome di lavoro non ve ne è nemmeno per gli italiani, alcuni dei nostri bravi clandestini - in attesa che la domanda di asilo da loro formulata faccia il suo corso (oltre 2 anni) - integrano il modesto peculio fornito dallo Stato "arrotondando" con il piccolo spaccio di droga.

Altri, ormai ben inseriti, si evolvono verso forme più professionali ed articolate di traffico di stupefacenti.

Altri ancora fanno gli accattoni tendendo la mano senza abbandonare lo smartphone dall'altra.

I rimanenti si accontentano dell'accoglienza loro assicurata: passeggiano, bivaccano, pedalano su biciclette di dubbia provenienza, rumoreggiano, mangiano, bevono, protestano, ecc. senza nulla fare e senza dare apporto alcuno se non gravare sul bilancio dello Stato, e quindi dei Cittadini.


Detto questo, senza pretendere di aver esaurito gli argomenti scaturenti dal fenomeno clandestini, viene da chiedersi: per quale motivo dobbiamo mantenere una accolita di ladri, spacciatori, accattoni, nullafacenti, ecc. di importazione, spendendo 4 miliardi di Euro l'anno, quando tali categorie succitate sono già molto ben rappresentate tra i nostri connazionali?

Comitato PRIMA I TREVIGIANI

giovedì 16 febbraio 2017

La Germania non premia i due agenti che fermarono lo stragista di Berlino


Un membro del nostro comitato risponde ad un articolo apparso sul Corriere della Sera in merito al caso dell'annullamento dell'onorificenza ai due poliziotti Italiani che uccisero Anis Amri.


Articolo tratto dal Corriere della Sera - n.36 - domenica 12 febbraio 2017 -pag.12 - Esteri - Il caso- Danilo Traino -"La Germania non premia i due agenti che fermarono lo stragista di Berlino"

Il governo tedesco ha deciso di non conferire una onorificenza (e, forse, di non corrispondere l'importo della taglia prevista) ai due poliziotti Italiani Cristian Movio e Luca Scatà che nello scorso mese di dicembre, in un conflitto a fuoco, uccisero Anis Amri, autore della strage del mercatino di Natale di Berlino; ciò "a causa della loro ovvia attitudine neofascista" (le frasi contenute nell'articolo di cui all'oggetto sono riportate testualmente in corsivo).

Infatti, nei loro profili Facebook ed Instagram, i due agenti avrebbero pubblicato fotografie e commenti di chiara ispirazione di estrema destra sui quali "nessun governo tedesco può passare sopra".

Sulla decisione del governo tedesco esprimo solo un commento.

Il fatto che il terrorista sia stato neutralizzato dalle forze dell'ordine di un altro Paese e, per giunta, italiane - cosa per i tedeschi massimamente imbarazzante - è circostanza che, vista la atavica - oltre che assolutamente ingiustificata - superbia teutonica, può dare loro fastidio.

Meglio, quindi, evitare qualsiasi pubblicità al conferimento di una decorazione a due poliziotti non tedeschi con il conseguente rischio di riattizzare le non ancora sopite polemiche sulle carenze, sulla faciloneria e sull'impreparazione dell'apparato di sicurezza tedesco.

In merito alla presunta collocazione politica dei due agenti nell'area della destra, bisogna capire i tedeschi; ricrearsi una verginità dopo quanto accaduto nel secolo scorso è fatica immane e delle volte si corre il rischio di esagerare, cadendo - come successo - in decisioni "meschine" come quella in esame.

Quindi, mi permetto di consigliare ai nostri bravi poliziotti di non crucciarsi troppo; sia loro bastevole la riconoscenza dello Stato italiano e l'ammirazione incondizionata dei loro concittadini a prescindere da qualsiasi militanza politica appartengano.

Pertanto, onore a loro!

Quello che, però, da veramente fastidio nell'articolo di cui all'oggetto è la "particolare" conclusione nella quale si cimenta l'autore, evidentemente impegnato allo spasmo nell'acquisire meriti di militanza buonista e filotedesca.

Il Sig. Danilo Traino - trascurando di valutare adeguatamente l'atto compiuto dai due tutori dell'ordine - si duole che i due agenti abbiano espresso e pubblicato le opinioni (orrore!!!) citate perché questo potrebbe "dare l'idea che certi poliziotti non sono sereni quando affrontano alcune delle questioni di ordine pubblico più delicate del momento, per esempio quelle che riguardano i migranti".

Ebbene, i due poliziotti hanno provato con i fatti di essere stati più che sufficientemente "sereni" nell'affrontare la questione di ordine pubblico che li ha interessati; infatti, prima di reagire eliminando il "nemico" (perché, come tutti dicono, di vera guerra si tratta), uno dei due ha subito una ferita da arma da fuoco che, per un mero caso e l'imperizia del terrorista, avrebbe potuto essere fatale.

Certamente i nostri agenti non hanno preventivamente picchiato e sodomizzato il "povero" extracomunitario/terrorista come avrebbero (il condizionale è d'obbligo) fatto di recente i loro colleghi francesi con un semplice rappresentante della recaille parigina; ma anzi, si sono comportati in modo impeccabile sotto il profilo professionale e con grande coraggio sotto quello personale.

Ciò consente di replicare agevolmente alle successive asserzioni del citato articolista il quale prosegue: "Più in generale, anche la reputazione della Polizia può subirne un danno" .

La reputazione della Polizia non ha subito alcun danno dall'agire dei due poliziotti e tanmeno dalle loro opinioni politiche (se conformi a quelle menzionate).

Anzi, il loro atto è per ogni italiano motivo di orgoglio; ciò in un particolare momento storico nel quale per gli abitanti dello Stivale certe soddisfazioni sono pressoché assenti visto lo spettacolo deprimente dato dalle Istituzioni.

A volerla dire tutta, forse danneggiano di più la Polizia quei tutori dell'ordine - mele marce presenti in ogni organismo - che, senza professare idee politiche di destra, chiedono il "pizzo" alle nomadi che rubano nelle stazioni ferroviarie. O quei funzionari di Polizia beccati a ricevere denaro in cambio di permessi di soggiorno facili.

Quindi, l'encomio, a titolo di esempio ed incoraggiamento per tutti, va loro conferito con la massima pubblicità e solennità.

Deprimente - per la piaggeria che la permea - è la conclusione dell'articolo;"Per non prendere nessun rischio, i tedeschi hanno comprensibilmente rinunciato a rendere loro onore, peccato, ma inevitabile".

L'onore si rende al coraggioso per l'atto compiuto indipendentemente dalle idee politiche professate dall'autore(di destra o di sinistra che siano).

Il non voler assumere "rischi" è ingeneroso e da vigliacchi.


Avv. Roberto Peracin

mercoledì 15 febbraio 2017

A Resana il commissario si nega ai Cittadini ed organizza riunioni segrete

A Resana la situazione si fa calda. Per giovedì 16 febbraio era in programma un incontro tra chi governa il Comune, e cioè il Commissario prefettizio, Dott. Gaetano Tufariello, ed i Cittadini per discutere di immigrazione, più nello specifico di "adesione comunale al bando Sprar per l'accoglienza dei migranti". Il tutto organizzato dallo stesso Comune e pubblicizzato tramite locandine, volantini e via web.

Il volantino distribuito in paese

Ma da subito i Cittadini si sono mobilitati per partecipare e portare la propria protesta, assieme al comitato "Resana vuole decidere da sola!", che, fin dall'inizio delle prime voci di un possibile arrivo di finti profughi nel territorio comunale, si è mosso per bloccarlo, tramite una raccolta firme e con la collaborazione con gli altri comitati della provincia.

Sapendo di dover affrontare un clima non amichevole ed a lui favorevole durante l'incontro, il Commissario ha deciso prima di rinviarlo a data da destinarsi, per poi organizzarne una in maniera segreta ed a porte chiuse con le sole associazioni del Comune, che si terrà sempre il 16 febbraio ma alle 12,30, presso il centro culturale di Resana.

E' evidente quindi la volontà da parte del Commissario di proseguire con la scelta di accogliere cosiddetti profughi, senza ascoltare la voce dei Cittadini e del comitato, che è già arrivato a raccogliere un buon numero di firme contrarie a questa decisione.

I Cittadini si stanno organizzando per ritrovarsi all'esterno del luogo della riunione, cercando, ad incontro finito, di poter parlare con Tufariello per capire le sue intenzioni, visto che non vuole comunicarle in maniera ufficiale durante una serata con la popolazione, ma tenerle nascoste.

Vedremo se ancora una volta negherà di parlare ai suoi Cittadini o se darà spiegazioni, noi lo attenderemo.


Comitato "Resana vuole decidere da sola!"

Comitato "Prima i Trevigiani"

martedì 14 febbraio 2017

Altri due finti profughi sorpresi a spacciare a Treviso

Ancora una notizia di due presunti profughi (in realtà clandestini) ospiti della caserma Serena sorpresi a spacciare in centro a Treviso. E' l'ennesima notizia di questo tipo che leggiamo da quando la caserma in questione è stata letteralmente riempita di immigrati, che non avendo niente da fare tutto il giorno, cercano piccoli lavoretti per poter guadagnare qualcosa.

Piccoli lavoretti che ovviamente trovano con facilità nell'ambito della criminalità organizzata, con una vera e propria organizzazione infiltrata, non si sa come, nella caserma, pronta ad assoldarli per spacciare droga in centro a Treviso o nei pressi della città.

Il nostro Comitato, fin dalla sua nascita, denuncia questo fatto. Lo abbiamo scritto più volte nel nostro blog, questi clandestini servono solo ad ingrossare le casse delle cooperative pronte a speculare sulla loro pelle ed a fornire manodopera a basso costo per la criminalità.

Ci poniamo delle domande da mesi: come mai questa organizzazione riesce ad avere alle proprie dipendenze tutti questi finti richiedenti asilo? come fa ad avere i contatti? come fa ad entrare nella caserma per arruolarli tra le proprie fila? chi gestisce questo traffico?
Ci aspettiamo, da semplici cittadini, una netta presa di posizione da parte della giunta di Treviso e da quella di Casier, ma sopratutto dalla Prefettura, che invitiamo ad indagare ed a mettere fine a questo problema, trovando chi gestisce questa rete di spacciatori.

Fortunatamente, grazie alla prontezza ed alla bravura dei Carabinieri, questi due sono stati colti in flagranza di reato, ma quanti altri tra i 700 (o più) ospiti della caserma, non sono ancora stati beccati nel fatto e sono liberi di continuare a spacciare?

Comitato PRIMA I TREVIGIANI